giovedì 27 ottobre 2011

Alessandro Baricco, Emmaus




Emmaus,  romanzo di Alessandro Baricco del 2009, presenta due importanti novità rispetto alla sua produzione. Una è l’autobiografismo, l’altra è che si tratta del romanzo cronologicamente più vicino ai giorni nostri. Questo secondo particolare non fa che confermare un atteggiamento di fondo di Baricco (almeno per quanto riguarda la narrativa): il rifiuto cioè di voler raccontare il Presente, la Realtà.
Le sue narrazioni infatti sono tutte volte al passato, un passato mitico ma non molto distante dai nostri tempi: gli anni delle rivoluzioni industriali o del jazz delle origini. Lo stesso vale per i luoghi descritti nei suoi romanzi, che sono quasi sempre  lontani o immaginari.
Intuiamo invece che quest’ultimo romanzo sia ambientato a Torino, città natale dello scrittore, che non viene mai nominata direttamente. Tutto è lasciato all’evocazione e all’immaginazione, come sempre in Baricco. Il <<non disse>> creato per uno dei suoi personaggi (City) è  emblematico a questo proposito, così come lo è il protagonista del celebre monologo teatrale Novecento, Danny Boodman T.D. Lemon Novecento,  geniale pianista nato e cresciuto su un transatlantico, che rifiuterà per tutta la vita di scendere sulla terraferma, nella Realtà. Metafora dello scrittore stesso.

Ed è proprio in quest’ultimo romanzo che si può ravvisare una chiave di lettura, autobiografica, della scrittura baricchiana. Nell’accurata descrizione, cioè, dell’ ambiente sociale e culturale piccolo borghese in cui Baricco è cresciuto, rigido, chiuso in un miope ed ostinato cattolicesimo. Un ambiente che si oppone a tutto ciò che è vita e trasgressione, realtà, rappresentate, all’opposto, dall’ alta borghesia.
Due mondi che si fronteggiano: da un lato Andre, affascinante ragazza androgina e maledetta, dall’altra quattro inseparabili amici, tutti casa e chiesa, che finiranno però per farsi risucchiare dal fascino oscuro e decadente di questa ragazza, dalla sua perdizione. L’unico che sembra resisterle, forse, (il finale rimane in sospeso), è il protagonista-scrittore. Che nella vita reale si è salvato rifugiandosi nel suo rassicurante immaginario narrativo.



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