Esattamente venti anni fa, nel 1993, viene pubblicata negli
USA un’antologia di racconti dal titolo Avant-
pop: Fiction for a daydream nation[1].
Curata da Larry McCaffery
(docente universitario di Inglese e critico letterario) l’antologia raccoglie gli scritti di (allora)
giovani o giovanissimi autori statunitensi, tra cui <<alcune delle figure
di culto della scena pop underground, quali Samuel R.Delany, Kathy Acker, Tim
Ferret…alcune altre figure che hanno raggiunto una più vasta notorietà, anche
internazionale, verso la fine degli anni Ottanta come Mark Leyner, Eurudice,
William T. Volmann>> e
<<nuovi kids sui blocchi di partenza>>, Doug Rice e Ricardo Cortez
Cruz[2].
Il termine “Avant-Pop” è stato mutuato dalla musica, dal
titolo di un album del 1986 di Lester Bowie, compositore e trombettista jazz.
In questo disco il musicista improvvisa liberamente su famosissime canzoni pop,
radicalizzando e fondendo insieme due
tipiche operazioni dell’arte del Novecento: l’appropriazione del materiale pop
di facile consumo (tipica della pop art) e le riscritture o travestimenti degli
stessi (tipiche della narrativa postmoderna [3] ma soprattutto delle
avanguardie).
Ecco spiegata la fusione dei due termini Avant (Avanguardia)
e Pop, riproposta in ambito letterario da McCaffery per indicare innanzitutto
una nuova generazione letteraria, figlia della cultura del telecomando, nonché
una nuova estetica ed un nuovo modo di fare letteratura. Una letteratura che
attinge a piene mani in quello che si oramai configura sempre più come Universo massmediatico: un
frullatore di informazioni, megabyte, immagini e prodotti culturali di ogni
genere.
Già a partire dalla prefazione di questa prima antologia, il
curatore McCaffery utilizza un linguaggio ricco di immagini, metafore e modi di
dire tratti dal mondo della Cultura di Massa: sport, tv, cinema, fumetti e
Informatica (che proprio nei primi anni Novanta iniziava la sua diffusione
planetaria).
Inoltre -sempre nella prefazione- lo stesso curatore fa un
utilizzo disinvolto di Cultura Alta e Cultura Bassa, senza gerarchie o
distinzioni: una mescolanza tipica della cultura postmoderna, ma senza oramai
quello snobismo o ironia che ha caratterizzato l’Arte lungo tutto il ’900. Ecco allora citati tutti insieme (come in un
enorme frullatore) Italo Calvino, la pornografia e Nietsche, il libretto
d’opera e Tom Waits.
Tra Cultura Alta (letteraria, d’elite) e Cultura Bassa
(popolare, di consumo) non c’è più differenza, perché (questo è sempre più evidente
da 20\30 anni a questa parte) esiste oramai un'unica Cultura: massmediatica e
tecnologica; spettacolarizzata ed
informatizzata; un unico grande Sistema che tende a fagocitare tutto.
La Bestia, come la definisce McCaffery (in una seconda
antologia di cui parleremo a breve) è
appunto questa <<espansione senza precedenti della cultura, resa
possibile dalla crescita esponenziale della tecnologia. La cultura pop non solo
ha soppiantato la natura e “colonizzato” lo spazio fisico praticamente di ogni
paese del mondo, ma si è spinta a colonizzare persino quei territori interiori,
soggettivi, che un tempo si ritenevano quasi inviolabili, come la memoria
individuale, il desiderio sessuale, lo spazio dell’inconscio.>>
Viviamo dunque in una realtà colonizzata dai mass-media e
dalla tecnologia, che hanno ormai fagocitato la nostra stessa interiorità.
Numerose sono le definizioni date da McCaffery di questa
Cultura e degli effetti che produce sulla nostra vita:
Uno scenario che <<non è più territorio letterale ma
ormai una iperrealtà
pluridimensionale di terre televisive, “giungle” mediatiche, e “autostrade”
informatiche, un luogo dove il reale è diventato un “deserto” che viene
“bersagliato” da un’incessante “pioggia” di informazioni e dati; “inondato” da
un “torrente” di prodotti di rapido consumo, narrazionim immagini, slogan,
annunci, insegne pubblicitarie, stimoli generati elettronicamente; e popolato
da figure mediatiche con una vita e una storia che appaiono subito più vivide,
più familiari e più reali di
qualsiasi creazione artistica.
Cultura del telecomando e del sovraccarico di informazioni
La maggior parte degli americani è oggi abituata a delegare
il senso della realtà quotidiana ai “mondi virtuali” accessibili tramite la
televisione, il cinema, i videogame, i computer, e altri sistemi di
simulazione.
Può, a questo punto, la Letteratura, mezzo lento e riflessivo
per eccellenza, sopravvivere a tali condizioni?
Può farlo, dice McCaffery, ma solo entrando nel
<<ventre della Bestia>>, nel mondo della Cultura di massa cioè, per
esplorare tale mondo senza lasciarsi inghiottire -come invece ha fatto la Pop
Art- ed utilizzando invece soluzioni estetiche radicali (come le Avanguardie) per disorientare,
confondere, sorprendere, provocare e in genere mandare in corto circuito i
comuni fruitori. Svegliare le coscienze intorpidite insomma con un intento che non
è solo quello di decostruire ma anche ricostruire i numerosi bit di conoscenza
a disposizione, creando ad esempio nel lettore meraviglia o piacere.
La letteratura Avant Pop attinge a piene mani nel mondo della
cultura di massa.
Nello specifico della produzione letteraria ciò comporta
innanzitutto una serie di mutamenti o
innovazioni formali, dovute al fatto che gli scrittori Avant Pop si ispirano
abbondantemente a forme artistiche non letterarie, più rapide e dinamiche:
- l’action painting[4]
e l’importanza che essa attribuisce all’intensità emotiva ed estetica dell’atto
creativo;
- le strutture improvvisative e digressive del jazz e dei cartoni animati;
- i ritmi slam-dance, il surrealismo e l’intensità viscerale
del punk e di MTV;
- l’ipertestualità
che si fonda sulla ramificazione dei percorsi narrativi;
- i diversi mondi che fluiscono attraverso il mezzo televisivo, l’interazione
casuale-ma-profonda tra ciò che succede nel tubo catodico (il “flusso di
programma”) e il mondo reale (“il flusso di realtà domestica”), la creazione di
“individui” (celebrità e uomini politici) e pseudo-eventi (quiz telefonici,
conferenze stampa, sondaggi di opinione e talk show), l’insistenza su tutto ciò
che è superficie e sulla rappresentazione ostentata e ammiccante di qualunque
cosa, dagli inseguimenti in automobile (O.J.Simpson) e dalle sonde inviate su
Giove alle bombe intelligenti, agli spot di birra light, ai santoni: tutte
queste immagini vengono appiattite e uniformate dallo schermo televisivo,
prosciugate di ogni sentimento, e una volta interiorizzate dalle nostre menti e
dalle nostre pulsioni, vanno a costituire una parte altrettanto “reale” della
nostra personalità e della nostra coscienza, esattamente come qualsiasi altra
cosa;
- il carattere di alta densità informativa della pubblicità. Con il rapidissimo
susseguirsi di immagini di seduzione, di narrazioni micro-miniaturizzate e di
sottintesi destinati non tanto a convincere ma a sedurre o attrarre l’attenzione;
- le strutture a finestra dei software per computer e dei videgiochi,
con il loro vertiginoso senso di regressione infinita;
- le tecniche di campionamento della musica rap, che riciclano all’infinito gli stessi “frammenti” per
riutilizzarli e riorganizzarli in nuovi contesti estetici;
- le regole del collage e di altre forme di organizzazione
spaziale, visiva, uditiva e temporale mutuate dai video e dal cinema.
Contaminazioni ed ibridazioni per una scrittura che deve
rinnovarsi, di conseguenza, anche dal
punto di vista dei contenuti. Gli artisti AvantPpop si spingono oltre gli
scrittori postmoderni e la loro sfiducia nel linguaggio. Il nuovo linguaggio
mediatico-letterario è secondo McCaffery una <<scelta realistica>>,
una ricreazione realistica della nostra era avant populista dove la realtà è
sempre più fagocitata dalla virtualità al punto che spesso la realtà viene confusa
con il paesaggio mediatico.
Ogni aspetto della realtà oggi passa attraverso il mondo
massmediatico, facendo si che nella mente dell’uomo contemporaneo, nella vita
di tutti i giorni, si producano continue
sovrapposizioni o confusioni, come accade ad esempio in un racconto di Steve Kats[5], dove la violenza cinematografica
si riversa nella realtà o gli attori del film “Addio mia concubina” si
presentano –vestiti come nel film- in un bar, dove viene servito un dolce
simile al naso di Harvey Keitel.
Oppure si legga il racconto di Ricardo Cortez Cruz dal titolo
L'uomo d'ebano, vero esempio di <<attraversamento
dei generi, dal cinema al fumetto, dalla televisione alla musica>>.[6]
La mente del protagonista del racconto è talmente imbevuta di
informazioni mass mediatiche che "la
testa comincia a parlargli come in un film", recitando battute topiche
della storia del cinema. In un attimo eccolo al Cotton Club impugnare "una
bomba rotonda da cartone animato", nel tentativo di rimorchiare una
biondona, mentre attorno a lui appaiono e scompaiono (il tempo di una canzone)
i volti di Michael Jackson, Ray Charles, Jimi Hendrix, ma anche del reverendo
Jesse Jackson, di Magic Johnson e di un rappresentante della Harlequin Books
che vuole trasformare la sua storia d'amore in un best-seller ancor prima che
sia cominciato.
Ai racconti della prima antologia ne è seguita una più ampia
pubblicata nel 1998 (After Yesterday’s
Crash- The Avant Pop Anthology)[7]
. Ai nomi di Eurudice, Mark Leyner e William T.Volmann si sono aggiunti, tra
gli altri, quelli di scrittori più anziani (Ronald Sukenick, Robert Coover,
Steve Katz e Raymond Federman[8]), di scrittori che presto
avrebbero raggiunto il successo (David Foster Wallace) e scrittori che lo
avevano già ottenuto (il ‘postmoderno’ Don De Lillo; W.Gibson e Bruce Sterling,
massimi esponenti della narrativa cyberpunk).
Dalla pornografia mescolata con la politica, la saggistica,
il film d’azione e poliziesco della prima antologia si passa ad un più ampio
esempio di contaminazioni ed esperimenti mediatico letterari della seconda
raccolta:
incursioni nel western, nella musica, nella neonata realtà
informatica, nel mondo dello sport, dei colossi televisivi etc.
Tra gli scrittori presenti in questa nuova Antologia dobbiamo
segnalare il ‘rapper’ o artista digitale Mark Amerika (con il cyber- racconto Grammatron), che nello stesso 1998
diffonde su Internet un vero e proprio Manifesto
dell’Avant Pop.
Ribadendo che <<gli artisti che creano arte Avant-Pop
sono figli dei mass-media>> e che nel mondo dei mass-media tali artisti
si muovono con disinvoltura, senza più distinguere tra cultura alta e cultura
bassa[9], la vera importanza di
questo Manifesto risiede soprattutto nelle notevoli implicazioni e potenzialità che
Mark Amerika, più di tutti gli altri, ha saputo rintracciare nella Rete,
proprio quando (siamo nel 1998) inizia la sua affermazione globale.
Il Manifesto dell’Avant Pop
rappresenta allora il primo testo che ha parlato delle potenzialità e
sviluppi che Internet può e potrà avere
(l’argomento è attualissimo) per la Letteratura.
L’Autostrada Telematica ha definitivamente messo a
disposizione per tutti - in tempo reale e con la facilità di un click- tutto quell’Universo di informazioni create
dal mondo dei mass-media ( TV-Cinema-Publicità-Giornali-Radio-Musica-Sport
etc.).
Le implicazioni riguardano innanzitutto l’estetica e la
teoria della creazione artistica e letteraria. In questo Universo di
informazioni in cui ci troviamo immersi, è innanzitutto il concetto stesso di creatività artistica ad
entrare in crisi:
Sappiamo tutti che l’originalità è morta e che le nostre
realtà virtuali sono già sempre confezionate e pronte al consumo!
Ecco che allora
La creazione di un’opera d’arte dipenderà sempre più dalla
capacità dell’artista di scegliere, organizzare e presentare i bit di dati
grezzi che abbiamo a nostra disposizione.
Ma le implicazioni offerte da
Internet e dall’Informatica riguardano anche il campo della sociologia
letteraria, con epocali mutamenti che si profilano all’orizzonte. Ci troviamo
immersi in un Universo di informazioni dove non siamo solo passivi fruitori ma
anche creatori, manipolatori e trasmettitori. Grazie alle possibilità di
comunicare ed interagire offerte da Internet si sta diffondendo un pubblico di
lettori sempre più protagonisti, non solo semplici e passivi fruitori.
La formula di distribuzione cambierà radicalmente da:
Autore - Agente - Editore - Tipografo - Distributore -
Rivenditore - Consumatore
ad una più semplice e diretto
Autore (Mittente) - Partecipante Interattivo (Ricevitore)
Un rapporto diretto e biunivoco Autore-Ricevitore che, come vedremo avrà notevoli conseguenze dal
punto di vista dell’Editoria. Si veda infatti il successo del fenomeno del
“self-publishing”.
Il pubblico avrà sempre più possibilità di organizzarsi in
comunità di nicchia capaci di influenzare sempre di più l’Arte e la Cultura.
Cambia la stessa figura del lettore:
il futuro della scrittura sarà caratterizzato da un autorato
maggiormente multimediale e collaborativo che permetterà a centinaia se non
migliaia di potenziali associati in tutto il mondo di essere attivamente
interconnessi all’interno delle proprie comunità di nicchia
Si legga ad esempio il racconto Il boom, presente proprio su una comunità di self-publishing [10](l’autore ha uno pseudonimo,
potrebbe essere anche un esordiente o dilettante).
In questo meta-racconto i lettori-followers di una scrittrice
dilettante online (che raggiunge inaspettatamente il successo) arrivano al
punto di influenzare la stessa vita della scrittrice.
“Misery non deve morire”… elevato all’ennesima potenza.
Si leggano anche alcuni passi del “Libretto rosa” di Finzioni, innovativa rivista online, di
cui parleremmo più avanti:
II I lettori hanno sempre ragione
V L’autore dura un attimo
IX Il futuro è negli immaginari dei
lettori
[1]
Uscita in Italia nel 1997, presso l’editore Shake, con il titolo
Avant-Pop,racconti per una nazione che sogna ad occhi aperti.
[2]
Dalla terza di copertina del libro.
[3] Autori come Kathy Acker, Donald
Barthelme, Robert Coover, John Barth e Steve Katz.
[4]
Corsivi nostri.
[5]
Presente in una seconda Antologia, di cui parleremo a breve.
[6]
I ragazzi dell'avant-pop tra rap e sesso estremo di MARCO DESERIIS, http://www.repubblica.it/online/cultura_scienze/avantpop/avantpop/avantpop.html
[7]
Il titolo dato da Larry McCaffery, curatore anche di questa seconda antologia,
si riferisce al “crollo” del Modernismo
[8]
<<autori post-beat cresciuti a baseball e Bird…>>
[9]
<<Noi preleviamo da qualsiasi cosa abbiamo bisogno. Spenneremmo tua madre
se avesse qualcosa che troviamo adeguato per il nostro cumulo di creazioni.>>
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