domenica 13 ottobre 2013

Generazioni letterarie. L'Avant- Pop



Esattamente venti anni fa, nel 1993, viene pubblicata negli USA un’antologia di racconti dal titolo Avant- pop: Fiction for a daydream nation[1].

Curata da Larry McCaffery   (docente universitario di Inglese e critico letterario)  l’antologia raccoglie gli scritti di (allora) giovani o giovanissimi autori statunitensi, tra cui <<alcune delle figure di culto della scena pop underground, quali Samuel R.Delany, Kathy Acker, Tim Ferret…alcune altre figure che hanno raggiunto una più vasta notorietà, anche internazionale, verso la fine degli anni Ottanta come Mark Leyner, Eurudice, William T. Volmann>>  e <<nuovi kids sui blocchi di partenza>>, Doug Rice e Ricardo Cortez Cruz[2].


Il termine “Avant-Pop” è stato mutuato dalla musica, dal titolo di un album del 1986 di Lester Bowie, compositore e trombettista jazz. In questo disco il musicista improvvisa liberamente su famosissime canzoni pop, radicalizzando  e fondendo insieme due tipiche operazioni dell’arte del Novecento: l’appropriazione del materiale pop di facile consumo (tipica della pop art) e le riscritture o travestimenti degli stessi (tipiche della narrativa postmoderna [3] ma soprattutto delle avanguardie).

Ecco spiegata la fusione dei due termini Avant (Avanguardia) e Pop, riproposta in ambito letterario da McCaffery per indicare innanzitutto una nuova generazione letteraria, figlia della cultura del telecomando, nonché una nuova estetica ed un nuovo modo di fare letteratura. Una letteratura che attinge a piene mani in quello che si oramai configura  sempre più come Universo massmediatico: un frullatore di informazioni, megabyte, immagini e prodotti culturali di ogni genere.

Già a partire dalla prefazione di questa prima antologia, il curatore McCaffery utilizza un linguaggio ricco di immagini, metafore e modi di dire tratti dal mondo della Cultura di Massa: sport, tv, cinema, fumetti e Informatica (che proprio nei primi anni Novanta iniziava la sua diffusione planetaria).

Inoltre -sempre nella prefazione- lo stesso curatore fa un utilizzo disinvolto di Cultura Alta e Cultura Bassa, senza gerarchie o distinzioni: una mescolanza tipica della cultura postmoderna, ma senza oramai quello snobismo o ironia che ha caratterizzato l’Arte lungo tutto il ’900.  Ecco allora citati tutti insieme (come in un enorme frullatore) Italo Calvino, la pornografia e Nietsche, il libretto d’opera e Tom Waits.

Tra Cultura Alta (letteraria, d’elite) e Cultura Bassa (popolare, di consumo) non c’è più differenza, perché (questo è sempre più evidente da 20\30 anni a questa parte) esiste oramai un'unica Cultura: massmediatica e tecnologica; spettacolarizzata ed  informatizzata; un unico grande Sistema che tende a fagocitare tutto.

La Bestia, come la definisce McCaffery (in una seconda antologia di cui parleremo a breve)  è appunto questa <<espansione senza precedenti della cultura, resa possibile dalla crescita esponenziale della tecnologia. La cultura pop non solo ha soppiantato la natura e “colonizzato” lo spazio fisico praticamente di ogni paese del mondo, ma si è spinta a colonizzare persino quei territori interiori, soggettivi, che un tempo si ritenevano quasi inviolabili, come la memoria individuale, il desiderio sessuale, lo spazio dell’inconscio.>>

Viviamo dunque in una realtà colonizzata dai mass-media e dalla tecnologia, che hanno ormai fagocitato la nostra stessa interiorità.

Numerose sono le definizioni date da McCaffery di questa Cultura e degli effetti che produce sulla nostra vita:

Uno scenario che <<non è più territorio letterale ma ormai una iperrealtà pluridimensionale di terre televisive, “giungle” mediatiche, e “autostrade” informatiche, un luogo dove il reale è diventato un “deserto” che viene “bersagliato” da un’incessante “pioggia” di informazioni e dati; “inondato” da un “torrente” di prodotti di rapido consumo, narrazionim immagini, slogan, annunci, insegne pubblicitarie, stimoli generati elettronicamente; e popolato da figure mediatiche con una vita e una storia che appaiono subito più vivide, più familiari e più reali di qualsiasi creazione artistica.



Cultura del telecomando e del sovraccarico di informazioni



La maggior parte degli americani è oggi abituata a delegare il senso della realtà quotidiana ai “mondi virtuali” accessibili tramite la televisione, il cinema, i videogame, i computer, e altri sistemi di simulazione.



Può, a questo punto, la Letteratura, mezzo lento e riflessivo per eccellenza, sopravvivere a tali condizioni?

Può farlo, dice McCaffery, ma solo entrando nel <<ventre della Bestia>>, nel mondo della Cultura di massa cioè, per esplorare tale mondo senza lasciarsi inghiottire -come invece ha fatto la Pop Art- ed utilizzando invece soluzioni estetiche radicali  (come le Avanguardie) per disorientare, confondere, sorprendere, provocare e in genere mandare in corto circuito i comuni fruitori. Svegliare le coscienze intorpidite insomma con un intento che non è solo quello di decostruire ma anche ricostruire i numerosi bit di conoscenza a disposizione, creando ad esempio nel lettore meraviglia o piacere.

La letteratura Avant Pop attinge a piene mani nel mondo della cultura di massa.

Nello specifico della produzione letteraria ciò comporta innanzitutto una serie di  mutamenti o innovazioni formali, dovute al fatto che gli scrittori Avant Pop si ispirano abbondantemente a forme artistiche non letterarie, più rapide e dinamiche:

- l’action painting[4] e l’importanza che essa attribuisce all’intensità emotiva ed estetica dell’atto creativo;

- le strutture improvvisative e digressive del jazz e dei cartoni animati;

- i ritmi slam-dance, il surrealismo e l’intensità viscerale del punk e di MTV;

- l’ipertestualità che si fonda sulla ramificazione dei percorsi narrativi;

- i diversi mondi che fluiscono attraverso il mezzo televisivo, l’interazione casuale-ma-profonda tra ciò che succede nel tubo catodico (il “flusso di programma”) e il mondo reale (“il flusso di realtà domestica”), la creazione di “individui” (celebrità e uomini politici) e pseudo-eventi (quiz telefonici, conferenze stampa, sondaggi di opinione e talk show), l’insistenza su tutto ciò che è superficie e sulla rappresentazione ostentata e ammiccante di qualunque cosa, dagli inseguimenti in automobile (O.J.Simpson) e dalle sonde inviate su Giove alle bombe intelligenti, agli spot di birra light, ai santoni: tutte queste immagini vengono appiattite e uniformate dallo schermo televisivo, prosciugate di ogni sentimento, e una volta interiorizzate dalle nostre menti e dalle nostre pulsioni, vanno a costituire una parte altrettanto “reale” della nostra personalità e della nostra coscienza, esattamente come qualsiasi altra cosa;

- il carattere di alta densità informativa della pubblicità. Con il rapidissimo susseguirsi di immagini di seduzione, di narrazioni micro-miniaturizzate e di sottintesi destinati non tanto a convincere ma a sedurre o attrarre l’attenzione;

- le strutture a finestra dei software per computer e dei videgiochi, con il loro vertiginoso senso di regressione infinita;

- le tecniche di campionamento della musica rap, che riciclano all’infinito gli stessi “frammenti” per riutilizzarli e riorganizzarli in nuovi contesti estetici;

- le regole del collage e di altre forme di organizzazione spaziale, visiva, uditiva e temporale mutuate dai video e dal cinema.



Contaminazioni ed ibridazioni per una scrittura che deve rinnovarsi, di conseguenza,  anche dal punto di vista dei contenuti. Gli artisti AvantPpop si spingono oltre gli scrittori postmoderni e la loro sfiducia nel linguaggio. Il nuovo linguaggio mediatico-letterario è secondo McCaffery una <<scelta realistica>>, una ricreazione realistica della nostra era avant populista dove la realtà è sempre più fagocitata dalla virtualità al punto che spesso la realtà viene confusa con il paesaggio mediatico.

Ogni aspetto della realtà oggi passa attraverso il mondo massmediatico, facendo si che nella mente dell’uomo contemporaneo, nella vita di tutti i giorni,  si producano continue sovrapposizioni o confusioni, come accade ad esempio in un racconto  di Steve Kats[5], dove la violenza cinematografica si riversa nella realtà  o  gli attori del film “Addio mia concubina” si presentano –vestiti come nel film- in un bar, dove viene servito un dolce simile al naso di Harvey Keitel.

Oppure si legga il racconto di Ricardo Cortez Cruz dal titolo L'uomo d'ebano, vero esempio di <<attraversamento dei generi, dal cinema al fumetto, dalla televisione alla musica>>.[6]

La mente del protagonista del racconto è talmente imbevuta di informazioni mass mediatiche che  "la testa comincia a parlargli come in un film", recitando battute topiche della storia del cinema. In un attimo eccolo al Cotton Club impugnare "una bomba rotonda da cartone animato", nel tentativo di rimorchiare una biondona, mentre attorno a lui appaiono e scompaiono (il tempo di una canzone) i volti di Michael Jackson, Ray Charles, Jimi Hendrix, ma anche del reverendo Jesse Jackson, di Magic Johnson e di un rappresentante della Harlequin Books che vuole trasformare la sua storia d'amore in un best-seller ancor prima che sia cominciato.



Ai racconti della prima antologia ne è seguita una più ampia pubblicata nel 1998 (After Yesterday’s Crash- The Avant Pop Anthology)[7] . Ai nomi di Eurudice, Mark Leyner e William T.Volmann si sono aggiunti, tra gli altri, quelli di scrittori più anziani (Ronald Sukenick, Robert Coover, Steve Katz e Raymond Federman[8]), di scrittori che presto avrebbero raggiunto il successo (David Foster Wallace) e scrittori che lo avevano già ottenuto (il ‘postmoderno’ Don De Lillo; W.Gibson e Bruce Sterling, massimi esponenti della narrativa cyberpunk).

Dalla pornografia mescolata con la politica, la saggistica, il film d’azione e poliziesco della prima antologia si passa ad un più ampio esempio di contaminazioni ed esperimenti mediatico letterari della seconda raccolta:

incursioni nel western, nella musica, nella neonata realtà informatica, nel mondo dello sport, dei colossi televisivi etc.



Tra gli scrittori presenti in questa nuova Antologia dobbiamo segnalare il ‘rapper’ o artista digitale Mark Amerika (con il cyber- racconto Grammatron), che nello stesso 1998 diffonde su Internet un vero e proprio Manifesto dell’Avant Pop.

Ribadendo che <<gli artisti che creano arte Avant-Pop sono figli dei mass-media>> e che nel mondo dei mass-media tali artisti si muovono con disinvoltura, senza più distinguere tra cultura alta e cultura bassa[9], la vera importanza di questo Manifesto risiede soprattutto  nelle notevoli implicazioni e potenzialità che Mark Amerika, più di tutti gli altri, ha saputo rintracciare nella Rete, proprio quando (siamo nel 1998) inizia la sua affermazione globale.

Il Manifesto dell’Avant Pop  rappresenta allora il primo testo che ha parlato delle potenzialità e sviluppi che  Internet può e potrà avere (l’argomento è attualissimo) per la Letteratura.

L’Autostrada Telematica ha definitivamente messo a disposizione per tutti - in tempo reale e con la facilità di un click-  tutto quell’Universo di informazioni create dal mondo dei mass-media ( TV-Cinema-Publicità-Giornali-Radio-Musica-Sport etc.).

Le implicazioni riguardano innanzitutto l’estetica e la teoria della creazione artistica e letteraria. In questo Universo di informazioni in cui ci troviamo immersi, è innanzitutto  il concetto stesso di creatività artistica ad entrare in crisi:



Sappiamo tutti che l’originalità è morta e che le nostre realtà virtuali sono già sempre confezionate e pronte al consumo!



Ecco che allora



La creazione di un’opera d’arte dipenderà sempre più dalla capacità dell’artista di scegliere, organizzare e presentare i bit di dati grezzi che abbiamo a nostra disposizione.



Ma le implicazioni offerte da  Internet e dall’Informatica riguardano anche il campo della sociologia letteraria, con epocali mutamenti che si profilano all’orizzonte. Ci troviamo immersi in un Universo di informazioni dove non siamo solo passivi fruitori ma anche creatori, manipolatori e trasmettitori. Grazie alle possibilità di comunicare ed interagire offerte da Internet si sta diffondendo un pubblico di lettori sempre più protagonisti, non solo semplici e passivi fruitori.



La formula di distribuzione cambierà radicalmente da:

Autore - Agente - Editore - Tipografo - Distributore - Rivenditore - Consumatore



ad una più semplice e diretto

Autore (Mittente) - Partecipante Interattivo (Ricevitore)



Un rapporto diretto e biunivoco Autore-Ricevitore che,  come vedremo avrà notevoli conseguenze dal punto di vista dell’Editoria. Si veda infatti il successo del fenomeno del “self-publishing”.

Il pubblico avrà sempre più possibilità di organizzarsi in comunità di nicchia capaci di influenzare sempre di più l’Arte e la Cultura. Cambia la stessa figura del lettore:



il futuro della scrittura sarà caratterizzato da un autorato maggiormente multimediale e collaborativo che permetterà a centinaia se non migliaia di potenziali associati in tutto il mondo di essere attivamente interconnessi all’interno delle proprie comunità di nicchia



Si legga ad esempio il racconto Il boom, presente proprio su una comunità di self-publishing [10](l’autore ha uno pseudonimo, potrebbe essere anche un esordiente o dilettante).

In questo meta-racconto i lettori-followers di una scrittrice dilettante online (che raggiunge inaspettatamente il successo) arrivano al punto di influenzare la stessa vita della scrittrice.

“Misery non deve morire”… elevato all’ennesima potenza.

Si leggano anche alcuni passi del “Libretto rosa” di Finzioni, innovativa rivista online, di cui parleremmo più avanti:



II I lettori hanno sempre ragione

V L’autore dura un attimo

IX Il futuro è negli immaginari dei lettori









[1] Uscita in Italia nel 1997, presso l’editore Shake, con il titolo Avant-Pop,racconti per una nazione che sogna ad occhi aperti.

[2] Dalla terza di copertina del libro.

[3] Autori come Kathy Acker, Donald Barthelme, Robert Coover, John Barth e Steve Katz.

[4] Corsivi nostri.

[5] Presente in una seconda Antologia, di cui parleremo a breve.

[6] I ragazzi dell'avant-pop tra rap e sesso estremo di MARCO DESERIIS, http://www.repubblica.it/online/cultura_scienze/avantpop/avantpop/avantpop.html


[7] Il titolo dato da Larry McCaffery, curatore anche di questa seconda antologia, si riferisce al “crollo” del Modernismo

[8] <<autori post-beat cresciuti a baseball e Bird…>>

[9] <<Noi preleviamo da qualsiasi cosa abbiamo bisogno. Spenneremmo tua madre se avesse qualcosa che troviamo adeguato per il nostro cumulo di creazioni.>>


[10] www.talemotion.com

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