dimenandosi
come cieca larva impazzita.
Nelle tue
ferite è cresciuto il Male,
inevitabile
ed inarrestabile.
L’Errore ti
è passato sul corpo, impetuoso, ingombrante,
frantumandoti
le ossa.
Le tue
povere ossa
frantumate
dagli ingranaggi del divenire umano,
Urlavano nei
tuoi timpani
la loro
presenza
migliaia e
migliaia di esistenze sbagliate, cresciute nell’errore.
Si
legittimavano nella tua umiliazione,
nella tua
distruzione.
<<
Vivo solo guardando l’Altro,
nel
confronto con l’Altro,
nella sua
distruzione,
mi realizzo>>.
E tu eri
l’Altro
in quel
momento, troppo facilmente
offerto a tante esistenze,
così facile
da distruggere, da offendere
da sputarci
sopra.
Umiltà e
purezza assolute,
offerte, per
amore, all’uomo.
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