mercoledì 22 maggio 2013

Aldo Nove



Che cos’è che rappresenta meglio di ogni cosa la società italiana degli ultimi vent’anni?
La TV, senz’ombra di dubbio. Intorno alla quale gravitano come pianeti (eternamente illuminati da tubi catodici e cristalli liquidi): Cinema, Pubblicità, Centri commerciali, Internet, nuove tecnologie e in fondo a tutto...l’uomo.
Rappresentare la realtà, narrarla senza tener presente questo nuovo, anti-umanistico, sistema ‘merceo-centrico’, ci sembra assai improbabile oggi.
Quali sono i modelli, le culture o sub-culture dominanti? In che società stiamo vivendo? Esiste ancora la Letteratura? Quale spazio ha?
A tutte queste domande si potrebbe trovare una risposta leggendo l’opera di uno scrittore geniale come Aldo Nove. Oppure, all’opposto, leggendo le pagine di Aldo Nove, scaturirebbe tutta una serie di interrogativi del genere che ci lascerebbero frastornati.

Aldo Nove, pseudonimo di Antonello Satta Centanin,  quarantaduenne scrittore nato a Viggiù, in provincia di Varese, è un autore di racconti, romanzi e poesie come Woobinda e altre storie senza lieto fine, Puerto plata market, Amore mio infinito, Nelle galassie oggi come oggi fino all’inchiesta sul precariato Mi chiamo Roberta, ho quarant’anni e guadagno 250 euro al mese.
Il suo primo libro, Woobinda e altre storie senza lieto fine, esce nel 1996, un anno cruciale nelle recenti vicende della letteratura ed editoria italiane. L’anno del ‘pulp’.Gli anni in cui nasce quella che potremo chiamare globalizzazione: un martellante bombardamento mediatico, iconografico e merceologico.
In questo particolare clima la letteratura sembra essersi trasformata, attraverso scrittori come Tiziano Scarpa o Niccolò Ammaniti, per poter così finalmente raccontare il mondo in cui viviamo. Aldo Nove  è quello che, a mio avviso, più di tutti ha saputo adottare soluzioni linguistico-stilistiche innovative ed originali, colui che ha  meglio saputo cogliere la realtà degli ultimi vent’anni. Basta leggere poche semplici parole della sua opera per averne conferma:

La tua attenzione sui canali bassi
Della triste vicenda della vita
Dell’inizio della poesia del grande
Poema di Gerry Scotti e Padre Pio

Folgorante, incisivo, caustico ed apocalittico, questo scrittore è innanzitutto un poeta. Aldo Nove nasce come poeta, pubblicando con il suo vero nome tre raccolte di poesie, dal 1989 al 1994. Ed un urgenza poetica, umana e spirituale sembra attraversare tutta la sua produzione fino al recente, bellissimo, magistrale  poemetto sacro Maria.
In realtà già i fortunati brevi racconti di Woobinda a noi appaiono come folgorazioni di anti-poesia, illuminazioni su una realtà apocalittica. Attraverso i suoi originali frammenti anti-lirici, Aldo Nove canta la nullificazione dell’uomo nella società contemporanea, partendo da una qualsiasi pubblicità, un personaggio televisivo, un Mac donald di Milano o un centro commerciale nella provincia lombarda.
Una società in cui vengono colti agli albori quelli che saranno gli elementi ossessivamente dominanti nei giorni nostri: tv-spazzatura, telefonini, computers, cinismo e violenza a profusione...
Una grande lezione di realismo, quella di Aldo Nove, una realismo raggelante, graffiante ed inesorabile, attraverso il quale egli ha saputo aprire la sua scrittura, la Letteratura, verso ciò che essa ha sempre per sua natura snobbato, condannandosi però  ad un gattopardesco isolamento e ad un ingiusto anacronismo. 
                                                                              

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