Che
cos’è che rappresenta meglio di ogni cosa la società italiana degli ultimi
vent’anni?
La TV, senz’ombra di dubbio. Intorno alla quale gravitano
come pianeti (eternamente illuminati da tubi catodici e cristalli liquidi):
Cinema, Pubblicità, Centri commerciali, Internet, nuove tecnologie e in fondo a
tutto...l’uomo.
Rappresentare
la realtà, narrarla senza tener presente questo nuovo, anti-umanistico, sistema
‘merceo-centrico’, ci sembra assai improbabile oggi.
Quali
sono i modelli, le culture o sub-culture dominanti? In che società stiamo
vivendo? Esiste ancora la
Letteratura? Quale spazio ha?
A
tutte queste domande si potrebbe trovare una risposta leggendo l’opera di uno
scrittore geniale come Aldo Nove. Oppure, all’opposto, leggendo le pagine di
Aldo Nove, scaturirebbe tutta una serie di interrogativi del genere che ci
lascerebbero frastornati.
Aldo
Nove, pseudonimo di Antonello Satta Centanin,
quarantaduenne scrittore nato a Viggiù, in provincia di Varese, è un
autore di racconti, romanzi e poesie come Woobinda
e altre storie senza lieto fine, Puerto
plata market, Amore mio infinito,
Nelle galassie oggi come oggi fino
all’inchiesta sul precariato Mi chiamo
Roberta, ho quarant’anni e guadagno 250 euro al mese.
Il
suo primo libro, Woobinda e altre storie
senza lieto fine, esce nel 1996, un anno cruciale nelle recenti vicende
della letteratura ed editoria italiane. L’anno del ‘pulp’.Gli anni in cui nasce
quella che potremo chiamare globalizzazione: un martellante bombardamento
mediatico, iconografico e merceologico.
In
questo particolare clima la letteratura sembra essersi trasformata, attraverso
scrittori come Tiziano Scarpa o Niccolò Ammaniti, per poter così finalmente
raccontare il mondo in cui viviamo. Aldo Nove
è quello che, a mio avviso, più di tutti ha saputo adottare soluzioni
linguistico-stilistiche innovative ed originali, colui che ha meglio saputo cogliere la realtà degli ultimi
vent’anni. Basta leggere poche semplici parole della sua opera per averne
conferma:
La tua attenzione sui canali
bassi
Della triste vicenda della vita
Dell’inizio della poesia del
grande
Poema di Gerry Scotti e Padre Pio
Folgorante,
incisivo, caustico ed apocalittico, questo scrittore è innanzitutto un poeta.
Aldo Nove nasce come poeta, pubblicando con il suo vero nome tre raccolte di
poesie, dal 1989 al 1994. Ed un urgenza poetica, umana e spirituale sembra
attraversare tutta la sua produzione fino al recente, bellissimo, magistrale poemetto sacro Maria.
In
realtà già i fortunati brevi racconti di Woobinda
a noi appaiono come folgorazioni di anti-poesia, illuminazioni su una realtà
apocalittica. Attraverso i suoi originali frammenti anti-lirici, Aldo Nove
canta la nullificazione dell’uomo nella società contemporanea, partendo da una
qualsiasi pubblicità, un personaggio televisivo, un Mac donald di Milano o un
centro commerciale nella provincia lombarda.
Una
società in cui vengono colti agli albori quelli che saranno gli elementi
ossessivamente dominanti nei giorni nostri: tv-spazzatura, telefonini,
computers, cinismo e violenza a profusione...
Una
grande lezione di realismo, quella di Aldo Nove, una realismo raggelante,
graffiante ed inesorabile, attraverso il quale egli ha saputo aprire la sua
scrittura, la Letteratura,
verso ciò che essa ha sempre per sua natura snobbato, condannandosi però ad un gattopardesco isolamento e ad un
ingiusto anacronismo.
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